21 aprile 2013

Il dente avvelenato: riflessioni sul Napolitano bis

di Alessandro Bezzi


Sono stato via due giorni: giusto il tempo di assistere al suicidio di un partito che rischia di affossare un intero Paese. Ho seguito in tempo reale l'elezione, senza però avere l'occasione di ragionarne con voi, e voglio provarci stasera, con un approccio più "di pancia”.

Ci eravamo lasciati con la riflessione su Rodotà, nella quale ritenevo che non appoggiarlo avrebbe significato un suicidio politico per Bersani e i suoi. Lo scrivevo da appassionato di vicende politiche, e velatamente anche da cittadino speranzoso: con uno sguardo ben più distaccato di quanto riesca ad avere oggi. L’elezione di Rodotà sarebbe stato un bellissimo segnale di rinnovamento e attenzione ai problemi reali, in un Paese che sta affondando: già, perché mentre la nipote di Mussolini esibisce magliette su Prodi, le aziende chiudono, gli operai sono in cassa integrazione e i laureati sono precari sottopagati quando va bene. Invece, niente da fare.

Il Pd ha preferito un pessimo candidato suo (Marini) piuttosto che uno ottimo altrui (Rodotà), convergendo pericolosamente con quel Berlusconi che da 20 anni combatte (almeno a parole). Dopo il prevedibile fallimento di questo tentativo, sono bastate le lotte intestine a bruciare anche la candidatura di Prodi (per prassi, solitamente non si candida un leader partitico di primo piano, di quelli che “dividono” e che hanno magari guidato un partito o un governo; ma anche un comitato di dieci saggi o la rielezione del Presidente in carica per prassi non sarebbero previsti, quindi è un problema minore...): una volta completata la Little Bighorn del centrosinistra, si è profilata la strada più reazionaria possibile. Rieleggere Napolitano, ignorando in un colpo solo una candidatura seria come Rodotà, una consolidata prassi istituzionale e 20 anni di accuse con Berlusconi.

Con il dente avvelenato, alcune riflessioni a caldo:
- A perdere credibilità è l’intero sistema istituzionale: rieleggere il Presidente in carica con un incondizionato appoggio bipartisan: il migliore specchio di una classe politica autoreferenziale e abilissima nel superare ogni shock esterno, compreso il voto di consultazioni politiche e referendum. Puntualmente ignorati.

-  Il Pd ha criticato per un mese il comportamento degli eletti del M5S: ora incapaci di votare una linea condivisa, ora costretti dal padre padrone Grillo.  Al momento di votare, ecco uscire dalle loro fila correnti e franchi tiratori preoccupati da gelosie risalenti alla Prima Repubblica. Mentre si grida di voler entrare nella Terza. Può esser sufficiente cambiare la segreteria e il leader?

-  Tra i 100 deputati che hanno appoggiato Marini e/o “tradito” Prodi, molti sono stati eletti tramite le primarie, vero mito fondante del Pd. La sommossa dell’elettorato Pd dimostra che c’è un evidente scollamento, e che molti eletti sono vassalli di qualche capo corrente più che rappresentanti dei cittadini. Da non elettore Pd, ho da tempo dubbi sulla loro reale utilità, oltre a quella di dare legittimità e numero alle correnti interne.

- Il Napolitano bis è un risultato che non tiene conto della volontà popolare, quanto della voglia di sopravvivere di forze partitiche delegittimate e screditate. Che pur sapendo di perdere voti e credibilità, si preoccupano semplicemente di stare in Parlamento il più possibile, con una lungimiranza indegna per forze politiche “responsabili”. Ma in questo Parlamento – e prima ancora in questo Paese – non può essere considerato come un garante super partes.


- Accanto al M5S ci sono molti altri soggetti indignati per quello che è successo in questi tre giorni: attivisti per i beni comuni; semplici cittadini;  terzo settore;  tanti giovani di Sel e Pd, la parte più sana - e ingenua – di questi partiti.  Tutti questi soggetti ora si allontaneranno dalla politica, convinti che sia inutile tentare di cambiare le carte in tavola. Anche la colpa di aver disilluso i più giovani, allontanando la speranza che questo Paese possa cambiare, dovrà essere ricordata ai responsabili di questi tre giorni.