11 gennaio 2013

Elezioni, Senato, Lombardia. Bersani, Monti, Berlusconi. Regole e carte in mano. Fate il vostro gioco!


di Francesco Pignotti

Credo che in molti, a tutti i livelli (cittadini elettori, partiti, leader) si stiano interrogando, per ragioni diverse, su ciò che succederà alle prossime elezioni per il Senato. Se infatti alla Camera verrà attribuito un premio di maggioranza alla coalizione vincente a livello nazionale (presumibilmente quella di centro-sinistra) che la metterà in condizione di dar vita e sostenere un governo, al Senato verrà attribuito invece regione per regione un premio di maggioranza alla coalizione di volta in volta vincente. Non occorre essere un genio per
accorgersi che, mentre alla Camera chi vince ottiene certamente una maggioranza assoluta dei seggi in aula, al Senato ciò dipende da un'infinita serie di combinazioni possibili. In particolare potrebbe risultare fatale ad una coalizione, che pure ha vinto tutti i singoli premi in ben 15 regioni, perdere il premio a danno di un'altra in due regioni estremamente popolose (e che quindi assegnano un elevato numero di seggi in Senato) come, per esempio, Lombardia e Campania. Anche perchè chi non vince i seggi corrispondenti al premio di maggioranza non si accaparra tutti i seggi restanti, che devono invece essere spartiti tra tutte le altre liste o coalizioni in corsa e che abbiano superato le soglie richieste. Insomma, si può vincere in 15 regioni su 17, ma se si perde in due regioni popolose, la maggioranza assoluta in Senato, fatte tutte le somme del caso, non si ottiene. E, visto che nel nostro sistema bicamerale perfetto un governo
necessita della fiducia in entrambi i rami del parlamento, non avere la maggioranza anche in Senato, si capisce, diventa un problema.
Premesso ciò, e sorvolando sulla discutibile interpretazione dell'articolo della Costituzione, il 57, che recita "Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale", che sta alla base di tutto questo folle meccanismo, elenco solamente quelle che a me sembrano le posizioni, le strategie, le speranze e le paure dei leader in corsa che derivano dalla situazione che si è appena vista.
E allora andiamo.
Mario Monti deve far sì che in Lombardia al Senato vinca Silvio Berlusconi. Per sperare di essere rilevante all'indomani delle elezioni.
Pier Luigi Bersani deve sperare che Mario Monti non faccia di tutto per far vincere in Lombardia al Senato Silvio Berlusconi. Per non aver bisogno di Mario Monti all'indomani delle elezioni.
Perciò promette a Mario Monti un ruolo rilevante all'indomani delle elezioni, se il PD riuscirà a vincerle.
Ciò per convincere Mario Monti a non far sì che in Lombardia al Senato vinca Silvio Berlusconi. Affinchè Mario Monti non diventi rilevante all'indomani delle elezioni.
Nel qual caso infatti Mario Monti farebbe pagare la sua rilevanza a Pier Luigi Bersani in termini di aut-aut "O me o Nichi Vendola".
Il quale adesso è però alleato di coalizione assolutamente rilevante per Pier Luigi Bersani in termini di esito del voto.
Il tutto per tacere della rilevanza di Luigi De Magistris in Campania...
Irrilevante, invece, appare ribadire l'assoluta irrazionalità dell'attuale legge per l'elezione del Senato.
Una rilevante porcata.
PIGNO