14 dicembre 2012

La nuova vigilanza bancaria in Europa (spiegata ad un amico)

di Filippo Barbagli

Oggi l'Ecofin ha approvato la normativa che istituisce un nuovo sistema di vigilanza bancaria centralizzata per l'Unione Europea, o meglio, per i paesi dell'Eurozona e quelli fuori che vogliono aderirvi. Il testo è stato un passo fondamentale per i negoziati del prossimo Consiglio Europeo (che tenterà di tappare i buchi dopo quello disastroso del 21-23 novembre) sul futuro finanziario dell'Unione. Dovrà passare poi anche dal benestare del Parlamento Europeo. Quando si parla di un sistema "poco democratico"...
Copio ed incollo, a sfida della mia capacità di spiegazione e presunte doti di chiarezza, il messaggio
scritto su facebook (!) al coautore di questo blog che stamattina mi aveva chiesto qualche delucidazione, da aspirante europeista, sulla questione. In questa maniera potrete vedere anche come funziona "Briciole Politiche" dietro le quinte..
Le critiche sono ben accette, soprattutto sulle grossolonità talvolta emergenti!

Cosa comporta la decisione di oggi? Comporta in primis il fatto che verrà creato un sistema unico di vigilanza bancaria (fin'ora prerogativa delle banche centrali = nazionali) che è il primo passo verso l'unione bancaria. Infatti per ora abbiamo un mercato unico, un'unione monetaria ed un'unione economica incompleta: uno dei
motivi è l'assenza di un'unione bancaria, che si deve basare su: un unico sistema di vigilanza, un'unica regolamentazione bancaria, un unico sistema di finanziamento delle procedure di risoluzione e di garanzia dei depositi. Quindi: l'Ecofin - il Consiglio Europeo riunito nelle persone dei ministri delle finanze competenti dei 27+1 Croazia- ha deciso di costruire una vigilanza unica. E' un passo fondamentale perché il Consiglio Europeo che si riunisce in questi giorni dovrebbe approvare il quadro finanziario pluriennale (QFP) 2014-2020= dove va e come sarà l'Europa per i prossimi 7 anni. Visto che deve cambiare anche la struttura del budget e la divisione dei capitoli di spesa (per questo c'è la parallela riforma della PAC), tra i temi principali troviamo l'introduzione di nuove risorse proprie (TTF, tassa sulle transazioni finanziarie= tobin tax! ed una nuova iva) ed un rafforzamento del sistema di governance monetaria e finanziaria, per evitare in futuro i casini della Grecia. Senza poi dimenticare che un'unione bancaria è un ulteriore passo verso l'unione politica.


Quindi la BCE avrà il potere di vigilare, supervisionare tutte le banche dell'eurozona che hanno almeno 30 miliardi di attivi e che rappresentano il 20% del pil di ogni paese. Ovviamente stiamo parlando delle grandi banche, quelle sotto questa soglia continueranno per ora ad essere controllate dalle bc locali. Inoltre alla BCE viene data la possibilità di vigilare sulle banche degli stati non aderenti all'eurozona che saranno consenzienti. Questo però comporta un problema "a chi ce l'ha più lungo": la BCE è nata come banca centrale della zona euro, il suo Consiglio Direttivo è composto dai governatori dei 17 paesi euro. Dunque il "consiglio dei supervisori", che sarà il nuovo organo della BCE incaricato della vigilanza, sarà composto da un rappresentante per ogni stato membro, così i paesi più euroscettici (UK, Svezia...) e non aderenti all'€ potranno avere voce in capitolo. Ed anche all'EBA, l'European Banking Authority, l'agenzia con sede a Londra reata nel 2011 per la supervisione del mercato bancario, cambia il sistema di votazione: invece che il classico voto per ogni stato membro (che metterebbe gli interessi dell'eurozona in maggioranza rispetto a quelli dell'Unione a 28), hanno cambiato: per le decisioni servirà la maggioranza sia della zona euro (quindi almeno 9 stati) sia di quella non euro (6). E' un classico nella storia dell'integrazione: quando si fa un passo avanti, si cerca di stabilire due velocità per l'Europa e/o cambiare il sistema di votazione.


Poi la BCE potrà ricapitalizzare direttamente le banche in difficoltà, senza passare dal fondo europeo salvastati, i cui prestiti erogati direttamente agli stati.....li indebitano ancora di più. E' anche un modo per responsabilizzare le singole banche! I paesi: considera che la GB e la Svezia sono paesi tradizionalemnte euroscettici, che quando si parla di soldi lo sono ancora di più (la Svezia non vuole introdurre la tobin tax perché già lo fece nell'84 e fu un disastro...ma perché la mise allo 0,5% e soprattutto era sola come un cane). Ricorda la Lady di ferro che come una pescivendola incazzata starnazzava con la borsetta ai consigli europei "i want my money back!". Perché gli inglesi sono convinti che tutti i soldi che hanno dato alla CEE prima, all'UE dopo sono serviti solo per finanziare la PAC (che considerano la mafia della lobby francese degli agricoltori). Per tale motivo oggi c'è drammaticamente bisogno di cambiare il sistema di bilancio dell'UE, che è finanziata ancora per l'85% dagli stati membri (quindi in ordine: Germania,Francia,Regno Unito, Italia, Svezia, Paesi Bassi e Spagna)....è quello che in letteratura chiamano il "rebate". Inoltre accanto a questi paesi euroscettici (anche la Repubblica Ceca, ma è un caso a parte, troppo lungo...pensa che è stata tra i 9 a votare contro la palestina all'ONU), in materia finanziaria la Germania pensa di avere la scienza infusa e vuole dettare le regole (d'altronde un pò il diritto lo ha, vista la quantità di soldi che ci mette). Indi per cui ha voluto togliere dalla supervisione unica, per ora, tutte le banche degli stati federati, per evitare crisi interne. Anche perché nascerebbe un terzo livello di controllo, un pò casinoso: livello statale dei lander-livello federale tedesco-livello europeo. fai te.