20 novembre 2011

Perché dico sì al governo Monti

Mario Monti con Romano Prodi
[Pubblico solo oggi un breve post con qualche riflessione sul governo Monti, non molto approfondito per la verità, che ho scritto la scorsa settimana, quando ancora il nuovo governo non era in carica. Appena avrò guardato un po' più attentamente a ministri e programma dettagliato del nuovo governo magari scriverò qualcosa di più approfondito.]
Un giorno, un po' meno di un anno fa, espressi in una nota su FB la mia ferma contrarietà alla prospettiva di un governo tecnico, di unità nazionale, di larghe intese, di santa alleanza e così via con altri epiteti allora in voga. Il concetto a cui mi opponevo era quello
per cui per mettere fuori gioco Silvio Berlusconi e impedire al suo governo di nuocere ancora all'Italia si dovesse passare per una "Santa Alleanza" appunto, un'unione di forze in parlamento per rimuovere un male che pure stava lì perché la maggioranza degli italiani lo aveva scelto. Insomma, vedevo il rischio che si eliminasse il sintomo, non la malattia (leggi per intero la nota su FB).
Scrivevo questo perché speravo in un'opposizione che riuscisse a convincere gli italiani a non votare Berlusconi ma un centro-sinistra propositivo e competitivo e non che si buttasse in un largo abbraccio
parlamentare per risolvere la questione, non risolvendo i problemi per davvero. Volevo insomma che il centro-sinistra vincesse convincendo - o convincesse vincendo (che in politica è anche più difficile). E soprattutto lo scrivevo in un momento sì di forte crisi economica, ma che ancora non aveva assunto i caratteri di crisi del debito sovrano che ha assunto oggi, senza un attacco speculativo da parte dei mercati delle dimensioni di quello attuale che ci presenta lo spauracchio del default o, più realisticamente, di un haircut come è avvenuto in Grecia.
Forse la mia era una visione miope ed ingenua anche allora, perchè di fatto è stata anche e soprattutto la permanenza di Berlusconi al governo a portarci nella situazione in cui ci troviamo adesso. Ma, a parte ciò, sta di fatto che ora siamo giunti ad un punto in cui tutti rischiamo davvero grosso. Non c'è tempo; e ciò che ci troviamo contro si chiama INVESTITORI INTERNAZIONALI, SPECULATORI, MERCATI FINANZIARI. Sono loro su cui dobbiamo concentrarci adesso: chiedono credibilità, misure adeguate e rapidità nelle decisioni. Ed è questo che dobbiamo fare.
Non è giusto che sia la speculazione finanziaria internazionale a rendere obbligatoria la scelta di un governo tecnico piuttosto che di andare alle elezioni?
Mario Monti è un personaggio che ha fatto parte di quel sistema che adesso ci mette in serio pericolo?
Il governo tecnico è una sconfitta per la politica?
Tutto ciò legittima il ragionamento in base a cui di fronte alla complessità dell'economia e della finanza globalizzate conviene ridurre il tasso di politicità di un governo e di democrazia di un sistema politico?
Tutto vero; ma purtroppo non c'è tempo per cercare risposte a queste pur legittime domande - ossia: tutto vero; ma ormai è troppo tardi, dovevamo pensare a tempo debito alle possibili conseguenze. Dobbiamo recuperare credibilità ed attuare le misure necessarie, e l'unico modo per farlo, ci dicono i mercati, è con un governo targato Monti. Poi potremo occuparci del resto!
Ecco perchè, in termini generali, dico sì al governo Monti, nella speranza che le misure necessarie per tornare alla stabilità finanziaria e alla crescita economica siano prese seguendo criteri di EQUITA', con scelte coraggiose (leggi patrimoniale, innalzamento dell'età pensionabili, e così via) che un governo tecnico può adottare con minori vincoli politici (anche se farle approvare non sarà affatto semplice per ragioni politicissime, altro che tecniche!).
Il governo Monti mi appare la soluzione necessaria; auspico scelte che favoriscano la crescita e guardino all'equità sociale e alla tutela dei più svantaggiati. Staremo a vedere.
Voi che ne pensate?
PIGNO